Normalmente le valutazioni dei rischi vengono fatte attribuendo ad ogni rischio una distinta valutazione in termini di probabilità di accadimento (verosimiglianza) e impatto in caso di accadimento (approfondimento punto 6 del principio 3).
Anche queste sono attività che vanno quantificate (la probabilità in termini percentuali e l’intensità in termini monetari) e poi transcodificate qualitativamente attraverso apposite griglie .
Ricordiamo, a costo di risultare banali, che l’attività di valutazione dei rischi comporta necessariamente oltre ad un certo grado di incertezza (altrimenti non si parlerebbe di probabilità) anche la definizione di un orizzonte temporale compatibile con i nostri scenari decisionali.
Una previsione che, al 50%, entro domani, pioverà (orizzonte temporale di un giorno) è una previsione interessante; una previsione che entro cent’anni pioverà evidentemente è una previsione corretta ma non ha alcuna utilità poiché appunto l’orizzonte temporale della previsione non è compatibile con i nostri scenari decisionali.